Osteopatia Biodinamica

L’osteopatia biodinamica rappresenta l’evoluzione dei principi osteopatici del dottor Still. Grazie alle
ricerche e al lavoro del noto embriologo tedesco Erich Blechschmidt, in cui ha osservato che le forze dello sviluppo embriologico hanno la loro origine al momento del concepimento e non smettono mai di funzionare, ma vengono mantenute e operano per tutta la vita come forze di crescita e di guarigione, grazie ad un metabolismo sempre presente. Il modello biodinamico, infatti, fornisce una base per la nostra comprensione dei principi osteopatici e quindi dell’anatomia e della fisiologia. 

Il dottor James Jealous ha riconosciuto un’analogia e un parallelismo sbalorditivo tra il lavoro di Erich Blechschmidt e l’operato del dottor Still, William Garner Sutherland D.O, Rollin Becker D.O. Essendo partiti inizialmente da tecniche più grossolane e macroscopiche, in cui l’operatore usava della forza, ovvero un’energia dall’esterno per modificare e creare in questo modo un cambiamento e una reazione del sistema. 

Alla fine della loro vita, i vecchi maestri osteopati, dopo aver dedicato decenni di ricerca e perfezionamento alla cura e alla dedizione di questa disciplina e dopo aver raggiunto una certa raffinatezza, hanno compreso che se si voleva collaborare con le forze di guarigione del corpo bastava supportarle in un certo modo per poter attingere così a tutte le risorse accessibili, dato che sono già presenti in ogni individuo.

Affinché questo possa avvenire bisogna portare il corpo del paziente nelle giuste condizioni, ovvero al cosiddetto punto di equilibrio, ‘Neutro o Balance Point’. È un processo fisiologico, molto fine e sottile che l’operatore sostiene, in cui poi va ad ingaggiare processi terapeutici per innescare un cambiamento nel sistema. Processi delle parti che liberano zone per preparare ad un lavoro globale e ovviamente c’è bisogno di un tecnicismo.

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